emilio gaeta

Considerazioni sulle Elezioni Regionali 2020 San Severo no! Perché?

emilio gaeta
Emilio Gaeta

San Severo anche questa volta, come per le regionali del 2015, ha perso l’opportunità di essere rappresentata “direttamente” in Consiglio Regionale; occasione perduta anche con maggior rammarico della precedente, visto il maggior numero di consiglieri eletti in provincia di Foggia in questa tornata elettorale. A tale riguardo sono necessarie alcune premesse:

  • dobbiamo sicuramente tener conto di una campagna elettorale atipica; infatti, è partita a gennaio ed è terminata a settembre, otto mesi interrotti dal Coronavirus con conseguente slittamento della data di svolgimento delle elezioni al 20/9/2020. Questa interruzione non ha comunque impedito ad alcuni “importanti” candidati di far affiggere in San Severo super manifesti (6mt x3mt) con enigmatici slogan;
  • solo a fine giugno la coalizione del centro destra ha deciso di candidare Raffaele Fitto quale presidente della regione Puglia e finalmente si è ripartiti celermente per la formazione delle Liste e la scelta dei candidati;

purtroppo, i mesi trascorsi senza l’indicazione del candidato presidente di centro destra, hanno avvantaggiato enormemente Michele Emiliano che nel frattempo, per effetto della legge elettorale a sistema maggioritario, è riuscito a costruire alleanze di varia natura con vecchi, nuovi partiti e movimenti civici, aggregando 15 liste con circa 700 candidati; mentre il centro destra si è dovuto fermare a 5 liste, considerando il poco tempo a disposizione.

Cosa è accaduto nel frattempo a San Severo?

  • Il centro sinistra sin dall’inizio aveva dimostrato il suo impegno di voler mandare un sanseverese a Bari presentando da subito alcuni dei suoi candidati locali più rappresentativi e consentendo loro di fare una campagna elettorale aggressiva, impegnativa sotto l’aspetto economico e forse anche troppo lunga;
  • I partiti del centro destra, molto silenti, non annunciavano candidature locali, se non quelle forestiere e solo verso la fine di luglio Fratelli d’Italia annunciava la candidatura per San Severo del dott. Raffaele Fanelli;

Forse per gli altri partiti, il tempo (circa sette mesi) non è stato sufficiente a individuare altri loro candidati sanseveresi utili alla coalizione, oppure, cosa più probabile, vi è stata una volontaria rinuncia a tali candidature;
Ecco il perché della mia candidatura. Chi come il sottoscritto ha tanta sana passione per la Politica, non poteva e non voleva assistere passivamente a tale situazione rinunciataria, troppo penalizzante per la comunità sanseverese e incomprensibile sotto qualsiasi aspetto. A tal proposito mi sono sempre domandato: perché una città come San Severo, con oltre 45.000 elettori, non dovrebbe eleggere un candidato del posto?


Successivamente, solo per effetto della modifica della Legge regionale, avvenuta il 3 agosto 2020, con la quale veniva data per la prima volta la possibilità agli elettori pugliesi di poter esprimere la doppia preferenza di genere, a San Severo venivano inserite due candidate in alcune liste del centro destra: la signora Valeria Russo e la dott.ssa Luciana De Lallo (in sostituzione del precedente candidato Raffaele Fanelli), ambedue abbinate ad altri candidati di Foggia, la prima con Leonardo Di Gioia e la seconda con Giannicola De Leonardis.

Sin dall’inizio ho sempre sostenuto che bisognava individuare dei candidati locali per la coalizione di centro destra, per non lasciare ancora una volta San Severo orfana di una rappresentanza in regione. Inoltre andava considerata la percezione di un vento favorevole al centro destra in tutt’Italia e quindi anche in Puglia.


Purtroppo, era fin troppo evidente come dirigenti e/o responsabili di partito, con il beneplacito dei dirigenti provinciali, avevano sin da gennaio rinunciato ad individuare un candidato sanseverese, né tantomeno si sono sforzati in tal senso. Eppure, questi ultimi, avrebbero dovuto avere quella capacità di sintesi e di individuazione. La dirigenza locale ha preferito fare patti con candidati forestieri, dimostrando come unica capacità, quella di dirottare su di loro il consenso. Sicuramente a loro è mancata l’abilità di immaginare una prospettiva futura.


Ora abbiamo i dati per poter ragionare sulle conseguenze di questa mancanza. Questa volta il centro destra a San Severo ha totalizzato circa 8.500 voti, più che sufficienti ad eleggere un consigliere Regionale, visto che tra i 10 consiglieri Regionali eletti c’è qualcuno che è rimasto sotto le 3000 preferenze. Non siamo riusciti nemmeno ad approfittare dell’opportunità dataci dall’aumento del numero dei candidati eletti in Capitanata (siamo passati da 8 a 10).


Il mio impegno e sacrificio, è stato quello di voler fornire a San Severo, comunque un riferimento per il centro destra. Una volta ottenuta questa candidatura in extremis, da parte dell’UDC di Cesa, con spirito di servizio e testardaggine, ho cercato di ottenere anche il sostegno degli altri partiti, trovando porte sbarrate a doppia mandata. Tutti avevano già pattuito con candidati di Foggia, Manfredonia ed Apricena.
Il risultato ottenuto dal sottoscritto è stato sicuramente penalizzato da tali dinamiche, e avendo capito anzitempo che non vi erano le condizioni per poter aggregare sul mio nome le preferenze, ho dovuto ridurre le aspettative. Ho dovuto prendere atto che non c’erano i margini per coltivare una forte rappresentanza di centro destra.
Il centro destra però, ha perso sotto tutti i punti di vista; si accontenta di proclamare il raggiungimento di primati inutili che non hanno prodotto risultati concreti. Tali proclami, più che unire, molto spesso creano contrapposizioni. Non si intravedono, purtroppo, all’orizzonte sviluppi futuri che possano portare ad un cambio di strategia. I protagonismi non producono risultati, serve unità di intenti all’interno della coalizione.
Questo mi porta anche a non avere molte speranze per la prossima competizione amministrativa comunale, ove certamente prevarranno: le decine di candidature a sindaco, le solite lotte interne alla coalizione, la mancanza di sintesi, i tanti egoismi.
Ahimè, dobbiamo prendere lezioni dai partiti di centro sinistra, abili a fare sintesi e conseguentemente a vincere, per poi spartirsi il potere. Sono troppi anni che il centro destra perde partite già vinte. Lo stesso si può convintamente affermare a proposito di queste regionali. Un successo elettorale, determinato da un “laboratorio politico”, sarebbe stato a prescindere dal risultato delle regionali, propedeutico per le prossime comunali.


Possiamo prendere atto che oggi la popolazione, in base alla distribuzione delle preferenze, è equamente divisa tra centro destra e centro sinistra. Solo con un cambio di mentalità e una maggiore volontà di aggregazione, potrà avvenire l’agognato sorpasso.

Altri si sono arresi in partenza, io ho avuto la testardaggine di insistere.
La speranza è forte ed è l’ultima a morire.
Il futuro dipende da noi, dalle nostre Visioni e dalle scelte.

Emilio Gaeta